Gianni sul campo della Juventus con Boniperti e, al centro, il dirigente Sandro Zambelli.
Gianni a colloquio con alcuni giocatori della Juventus negli anni’70 presso il Campo Combi, storico campo di allenamento.
Gianni incontra la Juventus di Zoff, Anastasi, Altafini, Marchetti e Cuccureddu a Torino nel 1972.
La Juventus l'abbiamo sempre avuta. Questo non è un affare;
è una passione; una passione soggettiva, che però è condivisa da molta gente.
L’Avvocato con 'le roi' Michel Platini nel 1988. Il rapporto tra i due è continuato anche oltre l’esperienza alla Juventus.
Platini è senz'altro uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, paragonabile a Pelé, Cruyff, Di Stefano. Quando ha lasciato la Juventus è stata una grossa perdita: lo rimpiangiamo.
Gianni Agnelli con i calciatori della Juventus nel 1993. Tra gli altri Baggio, Torricelli, Platt, Di Livio, Ravanelli, Vialli.
L’Avvocato con Filippo Inzaghi e Zinédine Zidane prima di una partita.
Vinca la Juventus o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono.
Di stile Juventus parlano gli altri, non noi.
Gianni Agnelli con Alessandro Del Piero, bandiera juventina cui l’Avvocato diede il soprannome ‘Pinturicchio’.
Il calcio è cambiato, ma non direi in meglio. Io preferivo il football di una volta. Oggi è soprattutto un football televisionato, molto dibattuto, molto discusso, superchiacchierato e supercommentato dai giornali. Che porta una certa disfunzione sul lato sportivo della cosa.
L'Avvocato nel 1985 a Villar Perosa. La partita di agosto a Villar è sempre stata una sorta di apertura ufficiale della stagione calcistica.
L'Avvocato presenta la nuova Ferrari 310 nel 1996. Con lui i piloti Michael Schumacher e Eddie Irvine.
A Maranello nel 1993 con Luca di Montezemolo e la Ferrari F93 A.
La presenza della Ferrari per tanti anni nei campi di corse, con una percentuale di successi enorme, è quello che ne ha dato l'immagine che ne ha la gente. Ho l'impressione che, anche senza Ferrari, la Ferrari riscuota altrettanto entusiasmo.
Con Michael Schumacher in occasione dei test della F310 B nel 1997 a Monza.
L’ho sempre considerato il miglior pilota del mondo anche quando molta gente non lo riteneva tale. Una volta l'ho dovuto sgridare perché in una corsa aveva fatto una cosa, non mi ricordo quale, che non mi era piaciuta, ma con lui ho un rapporto eccellente. Lo metto allo stesso livello di Fangio.
All’ epoca di Zeno Colò, discese e slalom assomigliavano a corse di cavalli: piste da battere, se non da arare, distacchi enormi, un'atmosfera surreale, quasi da conquista del selvaggio West. Oggi non più: oggi Tomba, Ghedina e la Compagnoni sono "vetture" e "scafi" così sofisticati da rendere plausibile un solo paragone: quello con la Formula 1 e con la motonautica. Si vince e si perde sul filo dei centesimi di secondo. E come nei Gran Premi, ci si domanda sempre più spesso che cosa venga per primo, se l'uomo o l'apparato, se il cuore e le gambe o la macchina e il computer.
L’Avvocato sulle piste più solitarie tra le montagne della Val Chisone.
La passione per la montagna: Gianni con gli sci ai piedi insieme al cognato Tassilo Fürstenberg (a destra nella foto).
L’Avvocato pronto per una discesa con un tutore protettivo, nonostante l’infortunio alla gamba.
Scendere a testa in giù, su una skeleton sled, lungo le pareti ghiacciate della Cresta Run appartiene a quel genere di esperienze che è impossibile dimenticare. [...] Lo spirito della Cresta non è solo nell'ebbrezza di uomini temerari che sfidano il pericolo lanciandosi a capofitto lungo una stretta pista di ghiaccio. Lo spirito è tutto ciò che sta intorno: i luoghi, le regole, i cerimoniali, gli aneddoti, i record, i riconoscimenti simbolici - insomma, tutto ciò che forma e tramanda una tradizione più che centenaria di coraggio e passione, aggiornata di quando in quando da piccole, necessarie o solo ardimentose innovazioni.
Gianni in una gara di skeleton sulla pista Cresta Run.
Sulle nevi di St. Moritz dopo aver partecipato alla storica Cresta Run.
Ma c'è soprattutto una cosa che fa dell'esperienza della Cresta Run e dell'atmosfera del St. Moritz Tobogganing Club qualcosa di veramente unico: è lo spirito cameratesco che unisca persone di paesi, età, professioni e ceti sociali i più disparati, il cui gusto per la sfida cementa le amicizie destinate a durare una vita intera.
L'Avvocato sulla sua barca a vela 'Capricia' nel 1975. È una barca a vela armata a 'Yawl' tipo Marconi, interamente costruita in legno.
Prima della guerra, da ragazzino facevo le regate con i marinai e i bagnini a Forte dei Marmi. Allora le barche erano sei metri a deriva mobile, piccole barche. Ho cominciato a fare del mare così.
Vedere una barca a terra non vuol dire niente. Le barche vanno viste in mare e in competizione...
Gianni con un gruppo di tecnici su un motoscafo veloce progettato da Renato ‘Sonny’ Levi.
L’Avvocato al timone dell’Extrabeat. Altre sue barche furono l’Agneta e lo Stealth.